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INQUINANTE POLVERI

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1) CARATTERISTICHE DELL'INQUINANTE

Sono minime particelle di sostanze organiche e inorganiche, particelle sospese totali (PTS) e particelle sospese inalabili (PM 10), sospese nell’atmosfera. Nella polvere sono presenti: fibre animali e vegetali, polline, batteri, spore e microscopici granuli di silice, e anche particelle di catrame.
Le polveri che vengono monitorate nelle centraline sono quelle indicate come PM10, ovvero quelle con diametro inferiore a 10 µ. Questa frazione di polveri è conosciuta anche come "polveri respirabili", ovvero quelle che, per le ridotte dimensioni, riescono a raggiungere i bronchioli dell'apparato respiratorio.
La polvere presente nell’atmosfera ha due importanti proprietà fisiche: la caratteristica di disperdere le onde luminose di piccola lunghezza d’onda determinando quindi il calore del ciclo di inquinamento, e la capacità di costituire nuclei di condensazione per il vapore acqueo e catalizzatori per altri inquinanti. La foschia, la nebbia, smog e le nubi non esisterebbero se non fossero presenti nell’aria particelle di polvere.

2) FONTI DI EMISSIONE

La presenza di particolato aerodisperso può avere origine sia naturale che antropica. Tra le "polveri" di origine naturale, vanno ricordati i pollini e altri tipi di allergogeni prodotti da alcuni organismi animali (acari, etc.).
Le "polveri" di origine antropica, oltre che rilasciate direttamente da alcuni cicli produttivi  (peluria, vernici, etc.) sono riconducibili principalmente a due tipologie: il particolato da erosione per attrito meccanico (ad esempio i freni dei veicoli) o per effetto delle intemperie su manufatti prodotti dall'uomo (ad esempio polveri da eternit); il particolato prodotto per ricombinazione o strippaggio nelle reazioni di combustione, costituito da residui carboniosi, a volte contenenti componenti sicuramente tossici (IPA).

In generale le principali fonti di inquinamento sono costituite dalle emissioni in atmosfera derivanti dai processi produttivi (attività industriali e artigianali) e, soprattutto, dai processi di combustione (riscaldamento e traffico veicolare).
traffic.jpg (12787 byte)Le polveri da attività produttive sono relativamente contenute e gli impianti per il riscaldamento sono alimentati in parte a metano, meno inquinante, con emissione dei prodotti della combustione tramite canne fumarie e comignoli di altezza adeguata a favorirne la dispersione. Il ricorso al gasolio da riscaldamento genera maggiori problemi ambientali, sebbene le normative più recenti impongano un controllo costante e periodico degli impianti e della loro efficienza di combustione.
La principale fonte di inquinamento è data comunque dal traffico veicolare.Quest'ultimo è responsabile della immissione in atmosfera dei prodotti della combustione dei motori, delle polveri che si liberano dall'usura dei freni, dei pneumatici e del manto stradale e infine degli idrocarburi che vaporizzano dai serbatoi dei veicoli.Gli scarichi degli autoveicoli, comprendono migliaia di sostanze sotto forma di gas e di polveri. La natura e la quantità delle sostanze prodotte dal traffico veicolare dipendono dal tipo di carburante usato (gasolio o benzina) e dalla modalità di alimentazione e combustione dei diversi tipi di motore: i veicoli diesel  sono   i principali responsabili della immissione di particelle totali sospese (PTS); queste vengono emesse in quantità decisamente superiori rispetto ai motori alimentati a benzina..Il grosso contributo del traffico veicolare alle immissioni in atmosfera è dimostrato anche dal fatto che l'inquinamento nelle aree urbane non è più limitato al periodo invernale ma è divenuto, con episodi più o meno acuti, una costante nel corso dell'intero anno.

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3) EFFETTI SULL'UOMO E SULL'AMBIENTE

La pericolosità delle "polveri", oltre all'effetto di ostruzione delle vie respiratorie, è legata alla possibile presenza di sostanze tossiche nel particolato, quali, ad esempio, alcuni metalli (piombo, cadmio, mercurio), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), amianto, silice.
Nelle polveri sono presenti particelle solide in sospensione di dimensioni anche inferiori a 0.5 mm. A seconda della loro natura alcune sono trattenute dal muco del naso altre giungono ai polmoni e ve ne sono alcune che entrano nella circolazione sanguigna.Nei luoghi dove si macinano o immagazzinano farine o zuccheri e nelle miniere di carbone la concentrazione di particelle infiammabili può’ comportare rischi di esplosione; inoltre le particelle di silice presenti nella polvere, se inalate per lungo tempo, possono provocare l’ insorgere della silicosi una malattia cui sono particolarmente esposti minatori e lavoratori impiegati nel trattamento di rocce ricche di silice.
I danni alla salute derivanti dall'inquinamento atmosferico dipendono, oltre che dall'azione dei singoli inquinanti:

1) dalla interazione dei diversi inquinanti tra di loro;
2) dalle condizioni atmosferiche;
3) dalle condizioni respiratorie individuali  e dalla dose inalata;

L'analisi di una serie di studi condotti negli ultimi venti anni mette in evidenza una stretta correlazione fra i livelli di inquinamento e una ampia gamma di sintomi respiratori: dall'asma bronchiale alla bronchite acuta, alla diminuita funzionalità polmonare fino alla morte.Il ruolo degli inquinanti nel facilitare tali episodi è estremamente importante, specie se concomitanti con fattori favorenti quali la circolazione ambientale di agenti virali, le basse temperature associate ad elevata umidità relativa dell'aria, la presenza di soggetti più sensibili (bambini piccoli, soggetti con predisposizione allergica, anziani).
Studi recenti hanno poi dimostrato l'esistenza di una relazione tra livelli di inquinamento atmosferico, in particolare da particelle totali sospese (PTS), ossidi di zolfo (SO2), ozono (O3) e aumento della mortalità generale.L'inquinamento atmosferico aumenta il rischio di tumore polmonare; rischio che è molto maggiore se associato all'esposizione a fumo di tabacco (fumatori attivi e passivi). Dal 2,5 al 10% dei tumori del polmone in abitanti delle aree urbane è attribuibile all'inquinamento atmosferico e il 56% di questi è ascrivibile all'inquinamento da veicoli a motore.

4)LIMITAZIONE DELL'EMISSIONE

Le polveri emesse dagli impianti industriali possono essere filtrate e trattenute da speciali depuratori (filtro elettrostatico). Polvere e fumo possono essere abbattuti dagli scarichi di impianti industriali per mezzo di precipitatori a pioggia. Per il particolato PM10 nelle aree urbane, dal valore della normativa precedente di 60 mg/m2, dal 1° gennaio 1999 si è passati a 40 mg/m2.

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