Per ottenere un olio genuino e in quantità adeguate,
è necessario intervenire su tutti quegli agenti aggressivi per
la pianta e l'oliva che sono rappresentati da parassiti e funghi, che
provocano malattie e deperimento organico della pianta. La lotta tradizionale
o "a calendario", come in seguito specificato, oggi viene sostituita
da una "lotta guidata e integrata", (Reg. CEE 2078/92)
secondo la quale non si interviene al di sotto di una certa % di danno
(es. 10% per la mosca delle olive) e comunque limita i quantitativi e
gli interventi di concimazione e antiparassitari, e dalla "lotta
biologica" (Reg.CEE 2092/91) che sfrutta antagonisti viventi
naturali degli infestanti (es. bacillus thuringientis) o loro prodotti,
ferormoni ormoni tosssine, come trappole o sostanze ad azione insetticida.
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i
parassiti
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Tignola dell'olivo
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l'adulto è una piccola farfalla lunga 6-7mm,
di colore grigio chiaro con riflessi argentei, mentre la larva matura, che
raggiunge i 7-8mm, è grigio- nocciola e talvolta verdastra. La tignola ha tre generazioni all'anno. Le larve larve della "prima generazione" si sviluppano sui boccioli fiorali erodendoli ed avvolgendoli con fili di seta, normalmente nel mese di maggio- giugno; quelle della "seconda generazione" si sviluppano entro le olive (una per frutto) da da quando raggiungono la grandezza di un grano di pepe al quasi completo sviluppo e cioè dalla fine di giugno ai mesi di luglio, agosto e settembre. Questa è la generazione che provoca i danni maggiori sia per la cascola precoce dei frutticini all'atto della penetrazione delle larve (giugno- luglio), sia per la cascola successiva delle olive immature (agosto- settembre), dovuta dalla fuoriuscita delle larve mature dalle stesse. La cascola estiva delle olive può avvenire anche per la siccità, però quelle cadute per la tignola hanno un foro nel punto di attacco del picciolo od in prossimità di esso dal quale fuoriesce la larva matura per incrisalidarsi. Infine le larve della "terza generazione" della tignola si sviluppano entro le foglie, comprese quelle dei germogli, nel periodo che va da ottobre a marzo. Sia la prima che la terza generazione sono in genere poco dannose per l'olivo e non vengono in pratica combattute. Lotta: Nelle zone quindi ove i danni siano ricorrenti è utile eseguire un trattamento sulle olivine da poco allegate, quando raggiungono lo sviluppo di un grano di pepe, usando dimetoato-38. |
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L'adulto, che vive scavando gallerie sulle piante dell'olivo, ha una lunghezza variabile da 1,5 a 2,6mm ed è di colore nerastro coperto da peluria grigia. La larva, tozza e ricurva a "C", è biancastra e lunga, a maturità, da 2,3 a 3,5mm. L'adulto sverna in genere in piccole gallerie scavate in autunno all'ascella di giovani rami, ma questo insetto può svernare anche come larva che poi in primavera si trasforma in ninfa (stadio intermedio tra larva e adulto) e quindi in adulto. Dalla fine di marzo od in aprile gli adulti si portano sui giovani rami ove, scavano una piccola galleria profonda circa 5mm detta "covaccio di alimentazione" ove si nutrono della linfa e del legno. Quindi lasciano queste gallerie per accoppiarsi portandosi poi sui rami di 2-3 o più anni con corteccia liscia -generalmente tagliati, rotti o deperiti- ove scavano gallerie di riproduzione nutrendosi del legno e spingendo all'esterno dei fori di penetrazione la rosura insieme agli escrementi, formando sulla corteccia stessa dei "cirri" giallastri talvolta penduli, ben visibili, che dal mese di maggio rivelano la presenza dell'insetto. Dalle uova, deposte dalle femmine entro queste gallerie, nascono delle larve che in 40-45 giorni divengano mature e quindi, da metà maggio a metà giugno, si trasformano in ninfe e poi in adulti che escono all'aperto forando la corteccia. Alla prima generazione in estate ne seguono in genere altre due. - Lotta: Per limitare li sviluppo del fleotribo, alla comparsa delle rosure sui rami è necessario bruciare i "rami- esca" lasciati sotto le piante durante la potatura invernale. Poiché l'insetto vive nelle gallerie all'interno dei rami non vi possibilità di lotta con insetticidi. Un altro modo per prevenire gli attacchi sta nel mantenere le piante in buono stato vegetativo con adeguate cure colturali come le lavorazioni del terreno, le concimazioni equilibrate, l'esecuzione dei trattamenti antiparassitari necessari, la potatura con l'asportazione dei rami morti e deperiti, l'irrigazione dove possibile, ecc. | |
E' la cocciniglia più comune sull'olivo. La femmina adulta (dalla caratteristica forma a mezzo grano di pepe e con una carena a guisa di H trasversale sul dorso) è globosa, ovoidale, di colore marrone scuro e lunga 3-4mm, e si suppone sia una specie partenogenetica, cioè depongono le uova fertili senza accoppiamento, visto che non si è mai trovato il maschio. La specie, secondo le osservazioni più accurate, ha due generazioni nelle regioni meridionali con neanidi (forme giovanili) in maggio- giugno ed in agosto settembre, mentre in quelle centro- settentrionali ne ha una sola, con neanidi che si succedono "lentamente" dalla primavera inoltrata al tardo autunno. Le femmine sono molto feconde e possono deporre da 200 a 1.000 uova, delle quali se ne osserva una buona percentuale che non schiude. Da quelle feconde nascono delle neanidi, piatte, ovali, allungate, di colore giallo crema, che all'inizio si muovono in cerca di alimento, e dopo la seconda età si fissano lungo le nervature delle foglie e sui giovani rametti. In autunno inoltrato, all'abbassamento delle temperature, le neanidi, raggiunta la 2° età, cominciano a costituire la carena e quindi trascorrono l'inverno. Dal mese di maggio si trasformano in femmine adulte, che poi depongono le uova sotto lo scudetto, mentre il loro corpo si riduce progressivamente e poi muore. Ma gli scudetti rimangono a lungo attaccati ai rametti ed alle foglie proteggendo le uova. Questa cocciniglia è dannosa all'olivo sia direttamente, perché succhia la linfa facendo deperire le piante, sia, e forse ancor più, indirettamente per l'emissione di melata, sostanza dolciastra su cui si sviluppa la fumaggine (un fungo nero- fuligginoso che può ricoprire pressoché completamente la vegetazione) con riduzione dell'attività vegetativa, della fioritura e della fruttificazione causando poi la defogliazione ed il disseccamento dei rami specialmente ove la vegetazione è più folta. - Lotta: Nel caso siano indispensabili dei trattamenti, questi possono essere effettuati in primavera sulle femmine adulte ed eventuali neanidi impiegando olio bianco-80,ed in settembre ancora con olio bianco-80 sulle sole neanidi (forme giovanili);in caso di forte infestazione estiva è possibile impiegare carbaryl-50. | |
funghi
e malattie crittogamiche
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occhio di pavone
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Tra i funghi il più pericoloso è il ciclonio o occhio di pavone (ma sono temili anche carie e fumaggini); tra le batteriosi la rogna, presente in tutte le zone olivicole. Cicloconio o occhio di pavone (Cycloconium oleaginum): E' la malattia più dannosa sull'olivo. Il fungo attacca tutti gli organi verdi della pianta ma soprattutto le foglie dove produce delle macchie rotonde di 0,5-1cm di diametro, isolate o contigue, poste - di norma - irregolarmente sulla lamina delle stesse. Queste macchie sono all'inizio bruno- scure fuligginose, poi invecchiando divengono grigiaste al centro e si circondano di un alone giallo, tanto da assomigliare agli "occhi" delle penne della coda dei pavoni, da cui ne deriva il nome della malattia. L'infezione, che inizia dalle foglie giovani, persiste per diversi mesi e cioè dalla primavera all'autunno alla primavera successiva. Le foglie colpite ingialliscono in parte e cadono precocemente. Sulle olive le infezioni sono più rare e provocano delle macchie depresse ove si sviluppa una muffetta grigia che diffonde, anch'essa, i germi del fungo. Come è comprensibile i danni consistono soprattutto nella caduta anticipata delle foglie. - Lotta: Poiché le infezioni sono favorite dalle piogge prolungate (2-3 giorni) o da un'elevata umidità dell'aria e da una temperatura ottimale di 12-15°C (con estremi da 4-5°C fino a 25°C), si hanno due periodi dell'anno in cui maggiori sono i rischi nei riguardi di questa malattia: in autunno e in primavera. Sulle varietà più sensibili all'occhio di pavone (es. Moraiolo, Frantoio), i periodi più odonei per efficacia e persistenza sono costituiti dai sali di rame e preferibilmente dalla poltiglia bordolese al 2% (2kg di solfato di rame+1,5 di calce in polvere), oppure dall'ossicloruro di rame-50. Per entrambi il tempo di carenza è di 20 giorni. |
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E' una malattia prodotta da diversi funghi che si sviluppano
sulla vegetazione degli olivi - soprattutto sulle foglie e sulla corteccia
dei giovani rami - ricoprendoli con una sottile crosta nero- fuligginosa
(descritta, e illustrata parlando a proposito della cocciniglia mezzo
grano di pepe). Questi funghi vivono a spese della secrezione dolciastra
(melata) prodotta da alcune cocciniglie, e talvolta anche dalle foglie,
con danni alla vegetazione, alla fioritura e alla produzione. |
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E' anche questa una malattia causata da vari funghi, che penetrano nel legno del tronco e delle branche principali tramite le ferite e i grossi tagli non disinfettati. Il legno attaccato si disgrega più o meno profondamente divenendo friabile (cioè "cariato", da cui il nome della malattia); in esso sopravvivono -anche a lungo- i funghi parassiti diffondendo talvolta la carie alle piante vicine. - Lotta: Per prevenire questa malattia, quando con la potatura vengono eseguiti grossi tagli (oltre i 2-3cm di diametro), è necessario disinfettare con gli appositi mastici da ferite, od almeno con un trattamento a base di rame. Quando invece la carie è già insediata all'interno dei fusti o delle branche per limitare i danni è indispensabile togliere il legno morto con gli appositi attrezzi. Anche in questo caso le superfici ripulite dal legno cariato vanno disinfettate con un sale di rame. | |
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E' una malattia batterica presente in tutte le zone olivicole, la quale attacca soprattutto branche e rami di 1-2 o più anni ma talvolta anche foglie e gemme. Sui primi produce tumori disposti quasi sempre irregolarmente; all'inizio sono piccoli (di alcuni millimetri di diametro), lisci e grigio- verdastri, poi si accrescono fino alla grandezza di una nocciola, una noce ed oltre, assumendo un colore marrone cannella. Quindi si induriscono, divengono rugosi e si screpolano, sfaldandosi in pezzi. Fra le cause principali che favoriscono la rogna, vi sono le grandinate ed i danni da freddo, che provocano ferite sul legno attraverso le quali penetrano le infezioni, così come attraverso quelle causate dalla "bacchiatura" della chioma per raccolta delle olive e talvolta anche dai forti venti. Di norma la rogna non provoca gravi danni, se non nei casi sopraccennati, quando può portare ad un indebolimento generale delle piante colpite, al disseccamento della parte terminale di alcuni rami e rametti ed alla perdita di gran parte della produzione. - Lotta: Quando la rogna è già insediata sugli olivi è impossibile impedirne lo sviluppo, pertanto è necessario prevenirla. Quindi, subito dopo eventuali grandinate è necessario eseguire un trattamento rameico -alla dose indicate per l'occhio di pavone- così come dopo possibili danni da basse temperature. È bene non causare ferite con la battitura della chioma per la raccolta ed eliminare, e possibilmente bruciare subito, i rami molto danneggiati dalla rogna quando si esegue la potatura. | |
Difesa delle colture
(vedi anche lotta guidata) |
ESEMPIO DI
Report regionale
a cura di AGROAMBIENTE.INFO (ARSIA) - 15 Novembre 2002 |
OLIVO Fase fenologica: maturazione
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Occhio di Pavone Situazione
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L'andamento climatico del periodo primaverile - estivo è stato
particolarmente favorevole al patogeno, vi sono anche numerose segnalazioni
di defogliazioni in alcuni casi di elevata entità. Consiglio tecnico: è consigliato un trattamento con sali di rame alle dosi riportate in etichetta. Questo intervento è particolarmente utile per limitare il potenziale di inoculo che darà origine all'infezione della prossima primavera |
Mosca delle olive
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In quasi tutte le zone della Regione è iniziata la raccolta. Visti i tempi di carenza dei prodotti più utilizzati, per rispettare la salute del consumatore è impensabile trattare. Nel caso di aziende che presentano elevate infestazioni e/o danni da mosca, oltre a seguire i suggerimenti per una corretta conservazione si suggerisce di raccogliere quanto prima, limitando così l'attività di nuove ovideposizioni e i danni causati dalle larve già presenti. |
Alcuni consigli per la raccolta
delle olive |
Una raccolta precoce che previene la naturale caduta del frutto è consigliabile per garantire all'olio la minore acidità, sapore fruttato, e migliore conservabilità nel tempo. Infatti, vari studi, dimostrano che le migliori caratteristiche organolettiche dell'olio si ottengono con olive che non hanno ancora completato la maturazione fisiologica. Per olive a giusta maturazione si intendono drupe che cominciano ad invaiare (cambiare colore) e mostrano la buccia parzialmente o totalmente scura e la polpa bianca o scura a differenza della cultivar (ma non completamente verde, che è indice di frutto acerbo). Come buona pratica di raccolta sono vivamente da sconsigliare la "bacchiatura", con canne, bastoni etc., e la raccattatura da terra delle olive in cui si mescolano terra, olive appena cadute e quelle già a terra da tempo che spesso sono le più colpite dalla mosca. Le olive attaccate dalla mosca sono soggette a fenomeni ossidativi che pregiudicano la qualità del prodotto, conseguentemente, aumentando l'intervallo di tempo tra infestazione della mosca e molitura si verifica un aggravamento del fenomeno. In ogni caso è necessario che le drupe vengano immagazzinate formando strati non superiori ai 10 - 15 cm di spessore in cassette di plastica forate, che possono essere stoccate l'una sull'altra, in locali freschi, ben aerati, al riparo dall'acqua, dal vento, da rischi di gelate e specialmente lontano da odori sgradevoli (stalla, gasolio, etc.). E' assolutamente sconsigliabile l'accumulo di olive in sacchi di juta, di plastica o in mucchi a terra. Secondo alcuni studi risulta che le olive staccate dalla pianta continuano le loro funzioni respiratorie per due tre giorni, sembra che il perdurare di questa attività "protegga" la qualità dell'olio, quindi è da preferire la frangitura entro 4 - 5 giorni al massimo, anche se le olive sono raccolte trasportate e stoccate in condizioni ottimali. |